Enogastronomia

La cucina tipica di Lugo

Alcune specialità gastronomiche del territorio di Lugo di Romagna (Ravenna, Emilia-Romagna)

Ecco di seguito un breve "assaggio" delle specialità che compongono la cucina tipica di Lugo (Ravenna, Emilia-Romagna), gioia degli abitanti e che i turisti della cittadina romagnola potranno apprezzare nei vari ristoranti, agriturismo, trattorie, osterie e strutture ricettive:

  • Radicchi e bruciatini - I radicchi selvatici, raccolti in campagna, si mangiavano in insalata. Si usava condirli con pancetta o lardo sfatti e aceto caldo, versati sulla verdura pronta in una terrina, da gustare all'istante. Si taglia a tocchetti la pancetta fresca, si rosola in una padella e quando i ciccioli sono ben croccanti, si aggiunge l'aceti di vino e si versa il tutto sull'insalata già condita con sale e pepe.

  • I crescioni - I crescioni sono grandi tortelli ripieni di erbe di campagna preparati con lo stesso impasto della piadina. Si possono farcire con zucca e patate, cavoli, spinaci. Si lessano le erbe, si strizzano bene, e si passano al tegame aglio, lardo battuto, e pepe. Intanto, si ricavano dall'impasto dei dischi: sulla metà di ciascuno si stendono le erbe insaporite, mentre l’altra metà si ripiega per chiuderli a mezzaluna schiacciando bene i bordi con una forchetta. Si cuociono in forno finché non diventano dorati.

  • I cappelletti di magro alla romagnola - diversi dai tortellini bolognesi perché privi di carne, i cappelletti hanno un ripieno di ricotta, formaggio tenero "bazzotto", parmigiano grattugiato, uova intere, un pizzico di sale e noce moscata. La sfoglia è quella classica, rigorosamente tirata a mano e tagliata a quadratini di circa 5 cm. di lato dove posizionare mezzo cucchiaino di ripieno, e poi chiusi a triangolo sovrapponendo le due estremità. Si cuociono in brodo e si servono con abbondante parmigiano grattugiato.

  • La frittata con i rosolacci - I rosolacci sono piante di papavero selvatiche che in primavera, quando sono ancora piccole, tenere e senza fiori, vengono raccolte e consumate insieme agli spinaci e ad altre erbe selvatiche. Da soli si lessano in pochissima acqua salata, si strizzano, si insaporiscono in padella con po’di lardo battuto e aglio e, appena tiepidi, si mescolano alle uova sbattute con pangrattato e formaggio grattugiato. Si cuoce in padella con olio o strutto e si serve calda.

  • Gli Scroccadenti - Si sbollentano le mandorle, si pelano e si passano al forno ad asciugare. Una volta tritate grossolanamente si uniscono a miele, farina e albumi montati a neve ben soda aggiungendo un goccio di latte qualora l'impasto risultasse troppo asciutto. In una teglia ben imburrata si versa a cucchiaiate il composto e si mette in forno a 180 gradi per circa 30 minuti.

Il tutto sapientemente abbinato a vini provenienti da cantine e aziende agricole del territorio o a birre artigianali, molto apprezzate. Senza dimenticare i salumi, insaccati e formaggi locali, protagonisti indiscussi della cucina lughese.

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